Politica

L’Italia vieta la pubblicità del gioco d’azzardo

Forse pochi sanno che il tanto discusso “Decreto Dignità” portato avanti da Luigi Di Maio, leader del Movimento Cinque Stelle, contiene al suo interno anche delle norme che stabiliscono il divieto della pubblicità del gioco d’azzardo, si spera, non includerebbe cose come William Hill Casino Recensione. In realtà, più che un divieto netto, si tratta di una riforma della disciplina in materia di pubblicità in particolare sui media più seguiti come TV, radio e stampa.

Molte sono le norme che destano perplessità e molte sono state le critiche sollevate da Associazioni di categoria e esponenti politici dei partiti di opposizione. Vediamo meglio i punti salienti del decreto e le norme più controverse sul tema del gioco d’azzardo.

Il “Decreto Dignità” e il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo

Luigi Di Maio, in qualità di Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico è stato il promotore numero uno di questo decreto. Più volte il Vice Premier ne ha sottolineato l’impatto “storico” nella lotta alla ludopatia: “Vietare la pubblicità al gioco d’azzardo- ha asserito Di Maio-  è un passo storico di grande valore culturale”.

In realtà la situazione non risulta così chiara e definita e, come accennavamo, le critiche non sono mancate. Quello del gioco d’azzardo è, infatti, uno dei mercati e delle industrie più floride a livello internazionale. Nel solo 2017 si stima che il settore abbia fatturato 96 miliardi di euro con un giro d’affari globale.

Uno dei primi problemi riguarda le pubblicità e le sponsorizzazioni già in essere: ad oggi, infatti, il decreto vieta la possibilità di siglare nuovi accordi ma non inficia quelli già in svolgimento.

La società calcistica dell’AS Roma, per esempio, ha firmato da poco un accordo pluriennale con la Betway che, dunque, continuerà ad essere in vigore sino alla scadenza.

Tra i principali oppositori del decreto vi è proprio la Lega Calcio che ha sottolineato come questo provvedimento causerà un netto calo degli introiti pubblicitari destinati anche alle società calcistiche minori.

Oltre al mondo del calcio, forti perplessità sono state espresse anche dalle associazioni di categoria secondo cui questo interregno tra l’entrata in vigore effettiva del decreto e il termine dei contratti in essere potrebbe portare le società a siglare o prolungare gli accordi esistenti o a contrarne velocemente dei nuovi per eludere la norma.

Altro punto dolente è quello che riguarda le Lotterie a carattere nazionale e locale che risulterebbero escluse dal divieto.

È il caso, per esempio, della “Lotteria Italia” che da anni rappresenta un punto di riferimento per le famiglie italiane soprattutto perchè è da sempre associata ad un programma televisivo di grande successo.

Stesso discorso vale per il gioco del Lotto e del Superenalotto che, a quanto pare, potrebbero continuare a godere di spot e inserzioni pubblicitarie su tutti i media.