Politica

Cosa succederà ora che il decreto anti-migrazione di Salvini è legge

Una delle tematiche più complesse che il nuovo Vice Premier Matteo Salvini si è trovato a dover affrontare in questi primi mesi di governo è stato il tema dell’immigrazione clandestina proveniente, soprattutto, dal Nord Africa. Durante il periodo di campagna elettorale svoltosi nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio scorso, il nuovo leader della Lega Nord aveva fatto della chiusura delle frontiere e del respingimento dei clandestini uno dei punti di forza di tutti i suoi discorsi e programmi politici.

Come si sa, la maggior parte dell’elettorato della Lega è particolarmente sensibile a queste tematiche e vorrebbe una netta chiusura dell’Italia di fronte alle rotte migratorie. La maggior parte di questi elettori, però, agisce “di pancia” ignorando gli accordi internazionali siglati dall’Italia e il suo doveroso impegno  istituzionale nell’assistenza e nell’aiuto dei rifugiati politici e di tutti i richiedenti asilo per sfuggire dalle guerre e dalle persecuzioni che avvengono nei loro paesi natii.

Ma il punto di discussione è proprio questo: come essere certi di respingere solo i clandestini e non anche gli aventi diritto? Come fare a rispettare i patti internazionali ispirati ai principi di solidarietà e umanità senza far entrare in Italia malviventi e delinquenti?

Come è facile intuire si tratta di un tema molto complesso e dalle mille sfaccettature. Negli ultimi mesi il dibattito si è infuocato per il decreto portato avanti da Salvini che ora è diventato legge.

Ma di cosa parla questo decreto e in cosa consiste? Scopriamolo insieme.

Il decreto anti migrazione di Salvini: cos’è e cosa comporta

Tra i punti chiave del decreto Salvini vi è la riforma della cittadinanza -il cui ottenimento diventa molto più difficile e restrittivo- e l’abrogazione della protezione umanitaria prevista in precedenza per i richiedenti asilo politico.

Per quanto concerne quest’ultimo tema, l’art. n.1 del decreto stabilisce l’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari che, sino ad oggi, le questure italiane rilasciavano agli esuli e ai richiedenti asilo.

La durata dei permessi per motivi umanitari era variabile e a discrezione delle prefetture locali. Si trattava di un meccanismo di tutela che era stato introdotto in Italia nel 1998 e che oggi risulta profondamente rinnovato.

Di fatto alla protezione umanitaria si sostituiscono dei permessi temporanei rilasciati solo in casi molto specifici che rischiano di esporre l’italia a una serie di controversie giuridiche con gli organismi europei ed internazionali. Cambiano anche i termini e le tempistiche di permanenza degli immigrati nei centri di assistenza (i cosiddetti CPR): prima del decreto il tempo massimo era di 90 giorni, adesso è di 180. Oltre ad una maggiore rigidità e ristrettezza nei meccanismi di accoglienza cambiano anche i principi di assegnazione della cittadinanza: in particolare viene introdotta anche la revoca della cittadinanza a seguito di reati quali gli atti di terrorismo.

La marcia su Roma del Carroccio

Di fatto Matteo Salvini sta monopolizzando la scena politica sia italiana che internazionale e, nel bene e nel male, più che un vice Premier appare, sino ad oggi, la personalità politica di maggior spicco in Italia.

Non stupisce che perfino il prestigioso “Time”, gli abbia dedicato una copertina: un privilegio riservato solo a pochi. E la notorietà di Salvini potrebbe crescere ancora sabato prossimo quando su Roma marceranno centinaia, forse migliaia di leghisti provenienti da tutta Italia per sostenere e rafforzare l’attuale leadership del Carroccio.